Immaginiamo di poter imbrigliare qualsiasi movimento superficiale del mare e degli oceani, il moto ondoso che mai si ferma e trasporta con sé un potenziale energetico immenso. La startup di Cipro Swel ha bene in mente come sfruttare questa forza infinita della natura: lo vuol fare con una piattaforma che sembra una colonna vertebrale galleggiante.
La tecnologia
Loro la chiamano "Waveline Magnet" ed è un prototipo promettente su cui l'azienda sta già lavorando da dieci anni. Il principio di funzionamento è molto semplice: la piattaforma ha numerose sezioni che seguono il moto ondoso, dei moduli che grazie alla loro tecnologia proprietaria producono energia mentre l'onda si alza e abbassa.
Piccoli ma continui input che possono moltiplicarsi a seconda della grandezza della "colonna", combinabile potenzialmente con altre a fianco per lavorare all'unisono nella produzione di energia pulita ed economica.
Green a basso costo
Uno dei punti forti del progetto è infatti il basso impatto economico dell'impianto, i materiali usati e il conseguente costo dell'energia prodotta. Secondo le prime stime si arriverebbe addirittura ad un solo penny per la produzione di un kilowattora (0,024€/kWh).
Data la struttura e le necessità, la Waveline Magnet non necessita di particolari componenti e può contare su plastiche rinforzate (riciclate) e semplici moduli per la produzione energetica facilmente assemblabili. Un altro vantaggio è la bassissima manutenzione prevista, data la semplicità dello scheletro.
Applicazioni teoricamente infinite
Si può pensare al sistema Swel per la produzione diretta di energia da portare a terra, per dar energia direttamente alle case in prossimità della costa, ma la facilità di installazione rende questo prototipo perfetto per innumerevoli altri scenari.
Un simile dispositivo, replicato in più unità a seconda delle esigenze, potrebbe ad esempio fornire energia a sufficienza per alimentare un impianto di produzione di idrogeno off-shore, come quello previsto dal progetto HOPE a largo delle coste del Belgio. Con l'energia cinetica delle onde si potrebbero alimentare anche impianti di desalinizzazione.
Catturando poi in parte l'energia del moto ondoso si ridurrebbe leggermente il loro impatto sulla costa, rallentando l'erosione che colpisce moltissime aree, comprese quelle del Mediterraneo.
Quanta energia si può produrre?
Il prototipo è scalabile e la startup ha già pensato a dei sistemi combinati che partono dai più piccoli con 6 piattaforme lunghe 90 metri (capaci di produrre fino a 172 kW) fino a 24 piattaforme lunghe 600 metri (con output massimo di 405 MW). Valori da prendere con le pinze perché legati all'altezza delle onde, fattore cruciale: più alte sono le onde, maggiore è l'escursione dei moduli, maggiore l'energia prodotta.
Insomma un sistema poco invasivo, apparentemente innocuo per fauna e flora. Swel ha in piano lo sviluppo del prototipo finale nei prossimi 6-12 mesi, a quel punto si passerà alla commercializzazione vera e propria dei primi moduli. Siamo molto curiosi di vederli all'opera.