Il 2 agosto è suonata una campanella, un allarme silenzioso che interessa tutti e ci avverte del consumo eccessivo che l'uomo sta facendo del pianeta. Il movimento promosso dal Global Footprint Network ha fatto i calcoli e decretato che proprio nelle scorse ore si è celebrato l'Earth Overshoot day, ovvero il giorno in cui abbiamo terminato le risorse della Terra.
Un limite simbolico che attesta lo sfruttamento eccessivo del pianeta che ormai ha assunto diverse forme: deforestazione, sovrapesca, sfruttamento del suolo, cementificazione, emissioni di
gas serra, sfruttamento dei combustibili fossili, sovrappopolamento. Pensate che servirebbero 1,74 pianeti come la Terra per soddisfare la nostra fame di risorse.
L'Italia non è messa benissimo
A pesare maggiormente sul conto complessivo sono ovviamente i Paesi più ricchi e avanzati come l'Italia, per cui se dovessimo viaggiare ai nostri ritmi servirebbero addirittura 2,8 pianeti Terra per rispondere alle esigenze collettive. Addirittura bisognerebbe procurarsene 5 (di "Terre") se tutti vivessero come i cittadini Usa.
Ad impattare maggiormente in Italia sono i consumi alimentari (25%) e il settore dei trasporti (18%), due voci a cui si aggiungono quelle già citate in precedenza. Ignorare il problema non è una soluzione, d'altronde il pianeta ha già presentato il conto e nei soli primi sei mesi dell'anno si sono registrati disastri naturali in tutto il globo per 194 miliardi di dollari. Soltanto l'alluvione in Emilia Romagna pesa per 8,9 miliardi di euro secondo una stima del governatore Stefano Bonaccini.
Alcune delle soluzioni proposte
L'obiettivo del Global Footprint Network è di sensibilizzare la popolazione e spostare in avanti l'Overshoot Day, riportandolo almeno ai livelli del 1973 quando cadeva il 3 dicembre.
Le soluzioni sono molteplici, a partire dalle nostre abitudini alimentari: "se sostituissimo il 50% del consumo globale di carne con alimenti di origine vegetale, sposteremmo l'Overshoot Day di 7 giorni (considerando la CO2 e l'uso di suolo)" ha dichiarato Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia. "Se mangiassimo carne proveniente da allevamenti biologici o estensivi guadagneremmo altri 5 giorni; se acquistassimo localmente l'80% del nostro cibo, sposteremmo la data di 2 giorni circa".
Ci sarebbe la necessità di un Green New Deal, un tetto alle emissioni, istruzione adeguata per le donne nei Paesi del terzo mondo, così da gestire meglio i tassi di riproduzione, smart city, idrogeno verde e più in generale maggior finanziamento sulle rinnovabili.